SHIKADO ROMA SHITORYU KARATE-DO

 
 

l’associazione

- chi siamo

- affiliazioni e diplomi

il maestro

- curriculum

galleria

- foto

- video

corsi e eventi

- corsi

- eventi

- risultati gare

contatti e link

- contatti

- link

storia

Le origini del Karate ci portano in India tra il V e il VI secolo d.C., da un Monaco leggendario di nome “Bodhidharma” (in giapponese “Daruma Tashisi”) a cui si attribuisce lo sviluppo dell'antico Karate.

Dopo la morte del suo Maestro, Bodhidharma si ritirò in meditazione in un tempio Shao-Lin sulle montagne a nord della Cina. Per raggiungere l'unione tra spirito e corpo propria della dottrina Zen, Bodhidharma sviluppò una serie di esercizi fisici durissimi. Fu solo l'inizio di una serie di perfezionamenti, che cominciarono a praticare anche i monaci del tempio di Shao-Lin, tramandandoli nel corso dei secoli e in tutti i loro spostamenti.

Un ruolo fondamentale nello sviluppo del Kempo e quindi del Karate l’ha giocato il conflitto tra Cina e Giappone. Punto di partenza fu l'isola di Okinawa nell'arcipelago delle Ryu Kyu, territorio autonomo conteso tra le due potenze. A seguito dell'invasione del Giappone nei primi anni del XVII secolo, fu vietato agli abitanti di Okinawa l'utilizzo di qualsiasi arma al fine di prevenire eventuali ribellioni. Fu così che gli isolani cominciarono a esercitarsi segretamente con l'aiuto dei Monaci venuti dalla Cina, usando esclusivamente le loro armi naturali, ossia gambe e braccia, per potersi difendere.

Divennero dei combattenti esperti e micidiali al punto che presero a comparire le prime scuole di Karate alla luce del sole, ognuna delle quali prese il nome della città in cui veniva insegnata l'arte marziale:

kadate do

Probabilmente lo Shuri-te (scuola di Matsumura, che si sviluppa intorno al palazzo) ha approfondito le tecniche di gambe perché gli abitanti di Shuri, per la posizione geografica, irrobustivano maggiormente gli arti inferiori per via degli spostamenti da una città all'altra. Allo stesso modo, il Tomari-te sviluppò di più le tecniche di braccia in quanto gli abitanti di Tomari (che si sviluppa nella città), lavorando nel porto e nelle risaie, irrobustivano maggiormente gli arti superiori. Il Naha-te era la scuola dei cinesi di un villaggio di nome Kume, che si trovava nella città di Naha.

Successivamente, venuta meno la necessità dell'arte marziale per garantire la sopravvivenza e la vittoria nei confronti degli avversari, si sviluppò un nuovo utilizzo o meglio un nuovo fine: la conoscenza dell'Arte Marziale per il miglioramento del carattere, fino a raggiungere un’elevazione spirituale (un ritorno alle origini, quindi, agli scopi per cui tale arte era nata).

La parola “Jutsu” = “arte” o “tecnica” venne eliminata e sostituita dalla parola “Do” = “via”. Il Ken-jutsu (arte della spada) si trasformò in Ken-do (la via della spada), il Ju-jutsu cambiò in Ju-do, lo Iai-jutsu cambiò in Iai-do e così via. Ormai Okinawa era diventata del tutto giapponese e i migliori Maestri si trovavano proprio lì.

Le ricerche storiche sulla prima scuola di Karate ci conducono al M° Matsumura, a cui dobbiamo un metodo sistematico di insegnamento. La sua arte era lo Shuri-te, e tale iniziativa fece sì che si evolvesse anche il Tomari-te. Suo allievo fu uno dei Maestri fondamentali nella divulgazione del Karate, ossia il M° Itosu, a cui dobbiamo l’introduzione del Karate quale materia scolastica a inizio Novecento. Itosu ideò i cinque Kata chiamati con la parola cinese “Pinan” per dare una gradazione all'insegnamento con il seguito di “dan”, che sta a indicare il livello: “Pinan sho dan” ossia Pinan di primo livello, nidan, secondo livello, sandan... yondan... godan... quinto. “Pinan” significa “Pace” o”Tranquillità”. Non a caso i Kata iniziano sempre con una parata che è segno di umiltà.

Un altro Maestro di primaria importanza è il M° Kanryo Higaonna, che iniziò ad apprendere l'arte del combattimento nel villaggio di Kume, si trasferì per quindici anni in Cina e al suo ritorno rinnovò il Naha-te.

Possiamo dire che il Karate moderno affonda le sue radici negli insegnamenti di questi ultimi due Maestri: a Itosu seguì il M° Funakoshi che fondò lo Shotokan ryu; al Maestro Higaonna seguì Myagi, fondatore del Goju ryu; infine il Maestro Mabuni, fondatore dello Shito ryu, fu allievo di entrambi, fondò il suo stile dopo la loro morte, e in loro onore lo chiamò “SHITO”, dall’unione degli ideogrammi delle loro iniziali (in giapponese SHI=ITO e TO= HIGA).

Il M° Otsuka, praticante l'arte del Ju-Jitsu, allievo del M° Funakoshi e del M° Mabuni, fondò lo stile Wado Ryu.


È grazie al Maestro Mabuni Kenua che oggi, nello stile Shito Ryu, si possono contare moltissimi Kata, che vanno dalle radici Shuri-te, Tomari-te e Naha-te ad altri Kata ideati da lui stesso, quali Myojo, Aoyagi, Seyryu (Ju roku), Shinsei, Matsukaze (Wankan).

Attualmente lo Shito Ryu vanta numerosissimi praticanti, proprio grazie alla varietà e all'eleganza di tali Kata (oltre ai 49 trasmessi da M° Mabuni, oggi se ne arrivano a contare circa 60 ideati dagli altri Maestri che si sono succeduti).

Il Karate è diviso in due specialità:

Il KATA è il mezzo fondamentale tramite cui i grandi Maestri ci hanno tramandato l'Arte Marziale, quale è il “Karate”.

Il significato letterale di Kata è “forma”. Esso comprende una serie di sequenze tecniche da combattimento codificate contro più avversari immaginari attraverso un tracciato d'esecuzione (embusen). Ogni Kata inizia con una parata sia in segno di umiltà e rispetto, sia perché tale disciplina è nata per esigenze difensive. Gli elementi fondamentali del Kata sono l'equilibrio, il ritmo, la conoscenza del bersaglio, la direzione dello sguardo, il corretto spostamento del corpo, una giusta utilizzazione della forza, alternando contrazioni a decontrazioni muscolari, e un’adeguata respirazione attraverso un movimento fluido, continuo e soprattutto armonioso. Oltre all'esecuzione, due aspetti fondamentali dei Kata sono l'analisi e l'applicazione, ossia “Bunkai”.


Il KUMITE è il combattimento vero e proprio tra due atleti, con colpi controllati. Nel Kumite vengono utilizzati colpi con gambe e braccia dalla cintura in su. L'unico colpo permesso sotto la cintura è la spazzata (eseguito con molto controllo).

Il Karate può essere praticato da tutti, dai bambini (da 5 anni in su) agli adulti di qualsiasi età e sesso. Esercitandosi in tutte e due le specialità con costanza si può raggiungere un’eccellente forma psico-fisica, nonché acquisire un’ottima capacità di concentrazione e molta determinazione!

Okinawa-te (mani di Okinawa)

:: Shuri-te

:: Naha-te

:: Tomari-te

:: Kata

:: Kumite

il Monaco Bodhidharma o “Daruma Tashisi”

il Maestro Matsumura dalla leggendaria scuola di Okinawa

il Maestro Mabuni Kenua grazie al quale oggi si contano molti Kata nello stile Shito Ryu